Drive In è un programma di intrattenimento degli anni 80 ideato da Antonio Ricci, questo show comico è andato in onda dal 1983 al 1988 in prima serata su Italia 1.
In brevissimo tempo il successo è diventato enorme tanto da far raddoppiare la durata di ogni singola puntata. Con quasi 8 milioni di spettatori questo programma ha fatto la storia degli anni 80, lanciando molti comici che ancora oggi ci fanno compagnia.
Indice dei contenuti
Il programma
Questo show è stato un contenitore di idee spesso innovative, al suo interno erano presenti momenti comici, monologhi, satira politica, barzellette e tanto altro ancora. Una grossa novità era anche rappresentata dall’inserimento di pubblicità a fine commerciale tra un momento ed un altro del programma, cosa ancora inedita per le reti Mediaset.
Il drive in ha dato il la alla vita artistica di molti dei comici che proprio da li hanno iniziato, un grosso riscontro lo hanno avuto anche le mitiche ragazze fast-food che con i loro abiti succinti hanno fatto sognare milioni di italiani.
Drive In Personaggi
Ma chi erano i personaggi del drive in? E chi li portava in scena? Quali tormentoni sono nati con questo programma? Vediamoli insieme. (fonte wikipedia)
I personaggi di Greggio
- il banditore dell’Asta Tosta (“oggetti tosti per tutti i gosti”) presentava vari e improbabili gadget legati a personaggi della politica e dello spettacolo; gag ricorrente, terminava le sue apparizioni proponendo un discutibile quadro naif, presentato come opera di un certo Teomondo Scrofalo, e introdotto con la frase «è lui o non è lui? Cerrrto, che è lui!»;
- il “Criticatrutto”, parodia di un critico;
- Taroccò “con l’accento sulla Q”, parodia di un prestigiatore col tormentone «bada ben bada ben bada ben…» che aveva come assistente il coniglio bianco Oreste presentato come “suo commercialista”;
- Spetteguless, parodia dei pettegolezzi e del gossip mondano («cronaca stop, novella express… più che notizie, spetteguless») con il tormentone «chi ha cuccato la Cuccarini?»;
- il professor Zichichirichì, parodia dello scienziato Antonino Zichichi;
- il dottor Vermilione, “psicologo santone”, parodia dello psicanalista Armando Verdiglione;
- il capocomico Gigio Gigi col suo gruppo “I gigioni” con Jimmy il Fenomeno e altri, a bordo di un camion;
- il conduttore del quiz show “Testa di Quiz” in cui riusciva a guadagnare soldi spillati ai concorrenti e far vincere sempre lo stesso concorrente.
I personaggi di D’Angelo
- Greggio e D’Angelo in compagnia del cane Has Fidanken, in uno degli sketch più famosi del programma.
- il Tenerone: “l’animale più buono del mondo”, un pupazzo completamente rosa il cui verso era “pippo, pippo, pippo”; una gag ricorrente quando il personaggio si “emozionava”, ritirava la testa dentro il corpo dicendo “emoziooone!”; per fargliela uscire, Ezio Greggio doveva premergli il fondo schiena.
- Giovanni “John” Spadolini che discuteva al telefono con Ronald “Ron” Reagan.
- La contessa Marina Dante delle Povere, imitazione di Marina Ripa di Meana, al tempo coniugata Lante della Rovere, intervistata da Roberto Gervaso; D’Angelo interpretava entrambi i personaggi, le cui battute venivano poi montate in sequenza tramite un effetto di campo e controcampo. La contessa, che si faceva intervistare sdraiata su un letto, descriveva ogni sua pretesa fiamma con la frase “un omaccione, con due baffetti da sparviero”, e alla fine dello sketch riusciva a sedurre “Gervasetto”, il quale le saltava addosso. Marina Ripa Di Meana fu molto divertita dall’imitazione, al punto di arrivare a minacciare addirittura una querela se lo sketch fosse stato interrotto; anche Roberto Gervaso si recò di persona negli studi prima per conoscere e complimentarsi con gli autori e poi per presentare un libro.
- Raffaella Carrà: anche lei intervistata da “Gervaso” che spruzzava due getti di lacrime (definite “taumaturgiche”) verso il pubblico.
- Piero D’Angelo, parodia di Piero Angela, che conduceva il programma Il mondo di Quirk Quork Quark nel quale raccontava di alcune tipologie di persone come se fosse un documentario scientifico. Una gag ricorrente era quella in cui il conduttore, quando tentava di accavallare le gambe, lanciava un urlo di dolore.
- il signor Armando, che magnificava la bravura del proprio cocker Has Fidanken che, per contro, restava sempre immobile qualunque cosa gli si dicesse di fare. L’imperativo Has… Fidanken!!! divenne in poco tempo un tormentone di quegli anni e fu ideato da Enrico Vaime, come vari altri monologhi portati da D’Angelo a Drive In dal 1983 al 1986. Il cane in realtà era di proprietà di un amico di D’Angelo, il Generale Paracadutista Giuseppe Palumbo, e il suo vero nome era “Baby Dell’Aquila Bianca”.
- Pippo Baudo e Katia Ricciarelli, protagonisti della serie di sketch noti come Anche i baudi piangono parodia delle telenovelas sudamericane e con Baudo che possedeva un allevamento di parrucchini. Anche qui D’Angelo interpretava entrambi i ruoli.
- Sandra Milo, all’epoca conduttrice di Piccoli fans, programma che veniva qui parodiato con bambini che alla fine dell’esibizione venivano regolarmente presi a botte dalla Milo. A questi sketch partecipava anche il culturista e performer Edo Soldo, il quale interpretava il valletto.
- Ciriaco De Mita: vestito come un antico greco, si faceva trasportare sul palco da una biga, mentre fingeva di suonare un’enorme moneta da 100 lire come se fosse una lira. La sua entrata era accompagnata dalla musica del sirtaki, che però si trasformava in una veloce tarantella. Gag ricorrente: De Mita, usando uno specchietto, fingeva di vedere il futuro attraverso la sua testa pelata; in realtà si poteva notare come lo specchietto servisse a sbirciare nella scollatura della ragazza alle sue spalle. Celebre la canzone-tormentone: “Gos’è la viDa, se non G’è De MiDa?”, parodiando la canzone delle caramelle Morositas ed esasperando il particolare accento.
- Giovanni Goria: D’Angelo nei panni orientaleggianti di Sandokan-Goria, parodia del politico democristiano con il tormentone: “Sono Sandokan-Goria, il presidente del consiglio più bello che ci sia”.
- Gianni De Michelis con il tormentone “Bon, bon, bon: ma che sagoma che son”; D’Angelo ricordò poi in un’intervista sul Secolo d’Italia del 19 aprile 2011 che “Ci fu un tentativo di farmi correggere l’imitazione di Gianni De Michelis. Il bello è che non solo ho continuato a farla ma qualche mese dopo, mi chiamò il segretario di De Michelis per chiedermi di partecipare a uno spettacolo in campagna elettorale a Venezia. Era lui a chiedermi di imitarlo. Ma rifiutai, non mi pareva il caso”.
I personaggi di Giorgio Faletti
- Vito Catozzo, guardia giurata sovrappeso, caratterizzato da una parlata sgrammaticata e da un forte accento pugliese con tormentone l’imprecazione “Porch’il mond’ che c’ho sott’i piedi!”. Raccontava le sue vicende famigliari con la moglie Derelitta (“un metro e quaranta di altezza per 140 chili”), le sei figlie (Crocefissa, Derelitta jr, Addolorata, Immacolata, Selvaggia e Deborah), ma soprattutto il figlio, Oronzo Adriano Celentano Catozzo, di cui Vito faceva di tutto per celare l’evidente omosessualità.
- Carlino, adolescente di Passerano Marmorito, che entrava in scena chiedendo a gran voce dove potesse trovare delle donne nude anche qui lo sketch seguiva sempre lo stesso canovaccio con Carlino che scopriva i tradimenti della cognata, la quale tentava di comprarne il silenzio con la promessa di regalargli un “giumbotto” (una delle tante parole storpiate da Carlino). Frase ricorrente: riferendosi alla cognata, Carlino ripeteva “c’ha due roberti…”, facendo riferimento al suo grande seno.
- Il Testimone di Bagnacavallo, caricatura di un adepto di una setta millenarista. Il suo tormentone consisteva nella frase: “Credete forse che io…E non vi veda?”
- Il Cabarettista Mascherato, parodia di un improbabile rivoluzionario travestito da Zorro che in sella al suo cavallo Bronco tenta di cambiare il mondo “portando ai poveri di spirito le battute rubate ai ricchi”.
- Suor Daliso delle “Piccole Madri Addolorate del Beato Albergo del Viandante e del Pellegrino” a cui, di fronte alle ragazzate del bullo locale Mario Gilera, “veniva uno s-ciopone” e impartiva sonore lezioni a suon di ceffoni cospargendosi prima le mani con acido nitrico e glicerina.
- Poldo, inserviente del circo “Frollo, Frollo, Frollo e Schwartenegger” alla ricerca del suo elefantino.
- Topoligno, un orfano brasiliano un po’ arraffone che aveva tre sorelle maggiori di colore e non capiva come mai lui era l’unico bianco. I suoi tormentoni erano: “Topoligno è furbo ahaha…” e “Triplo vantaji, perché Topoligno è un povero urfaneji…”.
I personaggi di Carlo Pistarino
- Un autista di autobus, raccontava il mondo al di là del suo parabrezza, litigando con tutti.
- Gite Pistarino, in ogni puntata veniva raccontata una gita turistica, che andavano dalla gita al santuario alla settimana bianca a Courmayeur.
- Agenzia di Viaggi Pistarino.
- Foto Pistarino, un fotografo di moda e gossip.
- Improbabile cantante lirico.
Personaggi secondari
- Sergio Vastano nei panni del “bocconiano” fuori sede
- Enzo Braschi parodiava i paninari milanesi del periodo, narrando con finto gergo giovanilistico gli improbabili tentativi di combinare con l’altro sesso (le “sfitinzie”) e di evitare le rappresaglie di altri esponenti di sottoculture giovanili. Nelle stagioni successive Braschi parodiò anche altre mode giovanili giustificando i continui cambiamenti con la necessità di restare “di moda”; alla fine si presentò vestito da militare perché lo avevano chiamato a svolgere la naja, che parodiava con il ritornello “…’gnornò”, ironizzando sul “signor no” quando raccontava qualcosa che non condivideva; tornò la stagione successiva nelle vesti da paninaro che insegnava alle nuove leve come rimorchiare con il tormentone: “con le donne bisogna essere biforcuti”.
- Sergio Vastano interpretava una serie di idoli giovanili parodiando gli archetipi della società di massa: tra di essi il “bocconiano”, ovvero uno studente universitario calabrese fuori sede e fuori corso, il “top-manager di natura rampante”, yuppie in tipico stile anni ottanta, che crede invano di convincere tutti del proprio successo, l'”impresario cialtrone” e il “diavolo custode” dello stesso impersonato in uno sketch doppio.
- Francesco Salvi presentava due personaggi, il camionista (nome in codice per i C.B.: “Totano2”) che narrava le avventure dei suoi colleghi camionisti, e il leader dei Budiny Molly, un metallaro.
- I Trettré si produssero in scenette interpretando prevalentemente le parodie di alcune opere letterarie (come I promessi sposi, Romeo e Giulietta e via dicendo), e il ruolo dei poliziotti alle prese con improbabili clienti e dei medici in un pronto soccorso.
- Il duo Zuzzurro e Gaspare, con il racconto delle improbabili imprese del commissario con la “lisca”. Tormentone: Ce l’ho qui la brioche!!! (pronunciato da Zuzzurro). Nella terza stagione i due comici vennero affiancati da ‘Isaia’, bizzarro personaggio che tentava di replicare look e mimica di Marty Feldman, traendo evidente ispirazione dal personaggio di “Aigor” da lui interpretato in Frankenstein Junior (di cui riprendeva la gobba finta e il saio con cappuccio) chiamato dall’ispettore Zuzzurro: “Faccia da strudel”!
- Caterina Sylos Labini interpretava la moglie di “Coccovace onorevole Nicola”, peone democristiano originario di Spinazzola.
Curiosità
Il drive in è stato un programma che è davvero diventato di culto per gli anni 80, il successo è stato davvero notevole, ma non sono certo mancate le critiche da parte di chi recensiva questi programmi.
Molti critici del tempo lo hanno definito come politicamente scorretto, e usato solo per mettere in mostra una sorta di nudo femminile che in realtà non si è mai visto.
Se volete rivedere tanti altri programmi di intrattenimento degli anni 60-70-80 e 90 non vi resta altro che seguire questo link per essere riportati alla sezione apposita.
Qui in basso potete rivedere la sigla di questo popolarissimo programma tv.
Sigla
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.