Sarà che in tempi di corona virus, qualsiasi settore che riguardi l’online è stato letteralmente preso d’assalto dai tanti costretti in casa a passare il tempo in qualsiasi modo possibile, ma sempre più persone in questi mesi hanno sentito almeno parlare di “eSports”, gli sport elettronici.
Non si pensi però che il loro successo sia dovuto solo dall’impossibilità di uscire di casa e dal blocco quasi totale degli sport di qualunque tipo dal vivo. L’esplosione di questa forma di sport agonistico da giocare davanti a un monitor, è avvenuta già da molto tempo prima dell’avvento della pandemia globale che ci ha coinvolto. La quale, semmai, ne ha decretato una conferma anche a livello mainstream.
Che cosa intendiamo quando parliamo di eSport?
Facciamo un passo indietro però, perchè prima di tutto è necessario capire bene cosa intendiamo con il termine “eSports” e quale sia il suo mercarto di riferimento.
Gli “eSports” è un modo semplificato per descrivere tutti i videogame elettronici giocati a un livello non amatoriale, quindi che abbiano un contesto competitivo ed agonistico.
L’errore comune è associare agli “eSports” una connotazione di sole tematiche sportive, mentre in realtà è solo una declinazione delle tante possibilità offerte. Il primo torneo al mondo era infatti dedicato a un videogioco come “Space Invaders” (erano i primi anni ottanta), mentre oggi è facile associarlo a fenomeni globali come quello di “Fortnite” per esempio.
I tornei di “eSports”
Di fatto, qualunque video gioco si possa organizzare in una competizione professionale, è potenzialmente un “eSports”. Ci sono tornei live in tutto il mondo, che vivono come dei veri e propri eventi sportivi ufficiali.
Molte volte visto il numero altissimo di partecipanti, il ranking o le qualificazioni sono decise online, per poi svolgere la fase finale con l’assegnazione dei vari titoli in ritrovi live ed eventi di massa (il torneo annuale di “Dota 2” era da tutto esaurito alla KeyArena di Seattle).
Quali generi di eSports esistono?
I titoli che fanno parte di questo movimento e che sono teatro di dure battaglie tra gli appassionati, sono davvero tantissimi. Di “Fornite” e “Dota 2” abbiamo già detto, e sono sicuramente tra quelli con maggiore seguito al momento. Come anche altri grandi classici come FIFA e PES per esempio.
Più in generale però ci sono varie macro categorie di video giochi:
- I simulatori: che siano i classici simulatori di guida (macchine, moto, aerei) o di sport (ce ne sono di ogni tipo), il punto di questi giochi è lo stesso. Ricreare in qualche modo la possibilità di vivere sullo schermo esperienze e dinamiche reali.
- Gli strategici: chiamati anche RTS (Real Time Strategy), sono invece quei giochi che necessitano di pianificazione strategica in tempo reale, cercando di ottenere la meglio sugli altri giocatori proprio in funzione dello sviluppo migliore delle proprie scelte (esempi classici sono “Warcraft” e “Age of Empires”)
- Picchiaduro: tutti quei giochi in cui c’è una reale battaglia virtuale tra giocatori, che sia a corpo libero o con armi
- Gli sparatutto: sono quei giochi con la tipica visuale in soggettiva diventata ormai tanto di moda anche in alcuni lungometraggi, dove siamo impegnati in prima persona per sconfiggere i nemici di ogni genere e in ogni ambientazione possibile (“Call o Duty” vi dice niente?)
- I MMO: ovvero quei giochi online in cui la presenza di utenti è di massa (non a caso l’acronimo significa Massively Multiplayer Online). Qua la battaglia è di gruppo, come nel caso di Fortnite o League of Legends.
Il “boom” degli eSports
Come dicevamo all’inizio, con la costrizione e le limitazioni imposte dalla pandemia globale, il “boom” degli eSports si è ulteriormente incrementato in tutto il mondo. Numeri già da capogiro (si supera il miliardo di euro di introiti e milioni di fan in tutto il mondo), sono destinati a incrementare ancora nel prossimo futuro, specialmente con la crescita di interesse da parte degli operatori del settore scommesse, soprattutto ora che il settore è regolamentato anche per gli eSports.
E proprio dopo le Olimpiadi di Tokyo, il comitato olimpico stesso si sarebbe dovuto esprimere in merito alla possibilità di vedere gli eSports diventare disciplina olimpica, anche in tempi molto brevi peraltro. Certo la situazione al momento ha altre priorità, ma paradossalmente proprio la necessità di distanziamento e il grande appeal sulla fascia più giovane di pubblico, potrebbe invece accelerare ulteriormente la situazione.
A cura di: Hibet Social
Fonte immagine: *Flickr